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Ciò che in quest’intervento ha fornito lo spunto per creare il motivo dominante del progetto è stata la disposizione “fuori squadra”, nel vecchio assetto, dei portali della struttura rispetto alle murature laterali. Prendendo a pretesto la volontà di ristabilire la perfetta ortogonalità fra questi elementi, si è potuto creare un gioco di falso spezzamento delle travi, destinato a suscitare interrogativi (e quindi curiosità) nell’osservatore ed a spingerlo così a soffermarsi sui vari dettagli ed a scoprire gradualmente l’ambiente. Questo si presenta, in sostanza, come un grande volume unico, profondo diciotto metri, che sia stato tagliato in due secondo il suo asse longitudinale e poi riassemblato senza curarsi della corretta giustapposizione dei due semivolumi risultanti, che appaiono così slittati l’uno sull’altro. L’immagine cui ci si è voluti ricollegare è quella di un ambiente visto attraverso il mirino di una vecchia macchina fotografica con dispositivo di messa a fuoco “a spezzamento dell’immagine”. Si è poi cercato d’accentuare quest’effetto di cesura riportando il motivo dello spezzamento (forse poco evidente ad una prima occhiata) sul pavimento, con un intarsio di marmo bianco e verde nell’Iroko del parquet; e spingendo questo gioco – per esser certi di catturare l’attenzione del passante – fino alla strada, creando la stessa frattura e slittamento nel portale metallico che segna l’ingresso, nella soglia in Pietra Serena e finanche nello zerbino.