In questo nuovo ristorante, riallestito a distanza di tempo dal progetto originario, lo stesso autore prosegue il racconto della Sardegna – narrazione della terra d’origine del proprietario, precedentemente iniziata in altri locali della stessa azienda – che qui viene evocata da grandi bassorilievi parietali in pietra naturale color seppia, che fanno riferimento alla inconfondibile tecnica di tessitura artigianale a pibiònes, tipica dell’isola.
Su un fronte strada rigorosamente rispettoso della tradizione Vittoriana londinese (ma reso più ”fresco” da un colore del tutto inusuale) si apre l’accesso al locale ed alle sue pertinenze. La parete che originariamente separava lo spazio d’entrata dalla sala da pranzo affacciata sulla strada è stata abbattuta e sostituita con un divisorio interamente vetrato, resistente al fuoco e privo d’intelaiatura, così da ampliare visivamente ambienti prima troppo compressi. In fondo al piccolo atrio d’ingresso le porte d’accesso ai piani superiori (ad uso privato) ed al ristorante – realizzate in rovere tinto wengé - sono combinate, nella loro posizione aperta e chiusa, a formare un’unica pannellatura a tutt’altezza che indirizza senza equivoci il visitatore verso la sala da pranzo principale, dominata da un primo “arazzo” in pietra di grandi proporzioni (minuziosamente cesellato su disegno dell’autore dai maestri dell’arte lapidea della LITHEA) che riprende i tipici tessuti sardi in cui i motivi decorativi (la pavoncella, qui rappresentata – vedi galleria immagini qui sotto - considerata simbolo di fertilità e prosperità, è fra i più ricorrenti) sono definiti da una sorta di chicchi (pibiònes) in rilievo formati da piccoli anelli eseguiti col filato di trama. Sulla destra di chi entra si trova il nucleo bar/reception costituito da un comptoir attrezzato realizzato interamente in Corian® color caffè, alle spalle del quale è ubicata la discesa alla cucina, in posizione intermedia fra la sala da pranzo posta sul fronte strada e quella più interna.
A quest’ultima si accede attraverso un ampio varco aperto nella muratura perimetrale della sala principale, sul lato opposto del quale si trova un secondo “arazzo” lapideo che copre l’intera parete di fondo e propone una variante del motivo decorativo della pavoncella. Sulla destra un pannello/porta a tutt’altezza, anch’esso in rovere tinto wengé, si apre sul piccolo disimpegno delle toilettes, nel quale trova spazio un guardaroba le cui ante interamente a specchio offrono l’illusione di una maggiore profondità spaziale.
Le pareti di tutto il locale sono trattate con un cemento/resina a grana fine, rifinito a cera, nelle calde e scure tonalità del grigio tortora e caffè bruciato che, producendo un effetto di diffusa penombra, esaltano i bassorilievi color seppia illuminati da una vivida luce radente e danno risalto al tovagliato in lino naturale dall’inconsueto color “duck egg”, che rimanda a quello della facciata ed armonizza col pavimento in doghe di legno rifinito con un manto di vernice coprente ad alta resistenza al calpestio.
AIT Award 2018
Best in Interior & Architecture
Francoforte s.M., Germania
Menzione d'onore alla
LICC – London International
Creative Competition, 2017